Gli edifici esistenti possono essere oggetto di ampliamento e/o di sopraelevazione, ma non sempre!
Gli edifici esistenti, per insufficienza rispetto all’uso cui sono destinati o solo per opportunità, possono essere ingranditi. Lo possiamo fare in orizzontale, ed in questo caso parliamo di “ampliamento“, in pianta come dice qualcuno. Altre volte avviene invece in verticale, si parla di “sopraelevazione“, che aggiunge una parte nuova sopra il fabbricato.
L’affiancamento di un corpo di fabbrica nuovo ad uno preesistente non è la cosa più semplice del mondo: mostra tutti i problemi del caso. Il far convivere vecchio e nuovo comporta innanzitutto problemi strutturali. La giunzione tra corpi di fabbrica, infatti, non può essere perfetta! Anzi, deve consentire il separato movimento nel tempo di manufatti che hanno caratteristiche diverse e che devono poter vibrare diversamente in caso di sisma, senza danneggiarsi reciprocamente ma dissipando l’energia trasmessa dal movimento tellurico.
Di tenore più importante è la sopraelevazione, visto che andiamo a caricare ulteriormente un fabbricato edificato per sopportare un certo carico, sicuramente non infinito. Grave è la sottovalutazione del ripetersi dell’operazione (“per un piano in più, cosa volete che sia?” ma un piano dopo l’altro sia ha il raddoppio dei carichi con il conseguente collasso della struttura, come abbiamo visto in numero casi, anche recenti ed assolutamente ingiustificabili).
E dal punto di vista dell’articolazione del fabbricato e del suo aspetto? Troppo spesso abbiamo visto il formarsi di corpi adibiti a servizi igienici o a rimesse per le automobili sull’esterno del fabbricato principale, qualcuno gli ha perfino trovato un nome, le “superfetazioni“, prima realizzate, poi tollerate, ora combattute.
Naturalmente non si può giudicare se non il singolo caso, diciamo che due sono di solito i modi tra i quali scegliere come fare: l’imitazione della preesistenza, il nuovo che finge di essere vecchio (e far finta di essere quello che non si è si definisce “ipocrisia“…), o, viceversa, il contrasto, la parte di nuova formazione che dichiara, spesso violentemente, il suo essere aggiunta (con esiti però spesso deleteri).
autore: Massimo Meneghin