Il consistente patrimonio edilizio datato necessita della ristrutturazione.
Comunemente parliamo di ristrutturazione quando interveniamo sui fabbricati esistenti, facendo poco o molto.
In realtà, come abbiamo visto in altre pagine, gli interventi hanno una casistica più estesa ed è possibile parlare in modo corretto di ristrutturazione solo quando l’organismo edilizio post opere è sostanzialmente diverso da quello originario: ristrutturare è trasformare i fabbricati.
Palese perciò come la differenza sostanziale con la manutenzione ordinaria e/o la manutenzione straordinaria non stia nella natura degli interventi su finiture o impianti ma sul numero, la consistenza e la destinazione d’uso delle unità immobiliari. A titolo di esempio si consideri che dividere un’abitazione per ricavarne due indipendenti o, viceversa, unirne un certo numero per ricavarne un numero inferiore configura la ristrutturazione come peraltro avviene in caso di cambio della destinazione d’uso.
Nei casi anzidetti non solo è necessario il possesso di un titolo edilizio, cioè qualcosa che legittimi l’esecuzione delle opere, ma questo comporta pure la corresponsione di oneri che possono essere anche molto salati, d’altra parte sono ammesse una serie di detrazioni fiscali per le abitazioni, che però lo sono pure, con alcune limitazioni, in caso della sola manutenzione, differenti a seconda del tipo di intervento.
Sostanzialmente l’intervento di ristrutturazione è volto a recuperare i fabbricati esistenti per renderli adatti all’uso, quello in essere oppur un altro, il tutto impossibile senza l’esecuzione delle opere, il che diviene particolarmente importante in un paese come il nostro in cui sono presenti numerosissimi edifici datati e non fruibili secondo i canoni odierni, fatto che riguarda tutte le tipologie, essendo cambiato, forse più di quanto ce ne siamo accorti, sia il modo di abitare che quello di produrre e lo stesso è avvenuto non solo nel residenziale ma anche nel commerciale, nel direzionale e nelle altre destinazioni, tutte.
autore: Massimo Meneghin