Nel comperare casa abbiamo più opzioni, anzi davvero molte, ed una è sicuramente la scelta tra una casa nuova ed una casa vecchia.
La scelta d’istinto ha tutte le valenze del caso e, per la propria natura, non ha necessità di altro: basta -appunto- l’istinto, il sentire “non mediato”. Comunque la si pensi limitarsi all’ascolto della “vocina interiore” è un’operazione piuttosto rischiosa, specie oggi in cui non mancano gli specialisti della persuasione.
Qui, invece, ci limitiamo a segnalare la possibilità di prendere -usando un eufemismo- enormi granchi quando ci affida completamente alla nostra pancia ed aggiungiamo alcuni, solo alcuni, elementi su cui è possibile prendere decisioni ragionate, eventualmente riutilizzando, a seguire, le nostre facoltà, razionali e non.
Tornando alla datazione della casa, il ragionamento è allo stesso tempo semplice e complesso. La risposta non è, perché non può esserlo, univoca. Infatti, non necessariamente edifici di un tipo sono migliori degli altri. L’apparenza inganna, dicono in molti! E come nella maggior parte dei casi, la risposta è “dipende”…
Una è pronta, e non è poco, sia in termini di tempo che di energia da immettere nell’operazione. L’altra è da sistemare, scocciatura -forse- ma ciò consente la personalizzazione, quindi la realizzazione di un prodotto “sartoriale”, cosa che non si può fare nell’altro caso.
La nuova costa molto, la vecchia costa meno. Anche aggiungendo la ristrutturazione, viste le detrazioni fiscali, il costo dell’usato rimane generalmente conveniente.
La casa nuova è di solito in periferia, la casa vecchia può essere in posizioni migliori, ad esempio nel centro città, o più vicina a a questo.
La casa nuova ha vani sempre più piccoli, la casa vecchia ha vani di misure più sfruttabili. Chi non ricorda le vecchie case con le stanze -tutte- di dimensioni quattro metri, oggi rare…
Quello che serve è perciò un’analisi razionale ed approfondita!
autore: Massimo Meneghin