Alcune difformità non necessitano del condono edilizio!
Una delle modifiche apportate dal decreto cosiddetto “Salvacasa” consiste nell’aumento delle tolleranze costruttive. Si tratta delle differenze tra l’autorizzato ed il realizzato, da misurarsi in termini percentuali.
L’impianto normativo propone valori diversi a seconda dell’entità dell’immobile, diminuendo la percentuale al crescere della superficie, eccoli in dettaglio:
- 2% per gli immobili sopra i 500 metri quadrati,
- 3% per gli immobili tra i 300 e i 500 metri quadrati,
- 4% per gli immobili tra i 100 e i 300 metri quadrati,
- 5% per gli immobili inferiori ai 100 metri quadrati.
Si tratta di un cospicuo aumento, quanto meno per gli edifici più piccoli, rispetto al precedente 2%. Non parliamo nemmeno di quando la tolleranza era un concetto inesistente ma consideriamo che, specie in passato, anche in quello più recente, si è costruito -e disegnato!- in modo spesso molto approssimativo, per cui la precisione, o quanto meno una sufficiente corrispondenza tra atti legittimanti e costruito, è pura utopia.
Questo è il senso della norma, non è più possibile sistemare la cosa per cui, se e quando la differenza non è molta, diviene accettabile. Potremmo pure ragionare sull’entità del tollerato ma non sarebbe di alcuna utilità. Certo che un tempo un edificio quadrato progettato per avere in pianta i due lati di metri 10, quindi la superficie di metri quadrati 100, così doveva essere. Punto e basta! Successivamente è stato concesso il 2% di tolleranza, quindi nell’esempio appena fatto è divenuto accettabile che i lati abbiamo dimensioni diverse dal previsto fino a 20 centimetri, quindi comprese tra metri 9,80 e 10,20, cui corrisponde la superficie variabile tra metri quadri 96,04 e 104,04. Una bella differenza, no? Ora che la tolleranza è aumentata i lati possono essere diversi fino a 50 centimetri, compresi perciò tra metri 9,50 e 10,50, con la superficie progettata di metri quadrati 100 che può legittimamente variare da 90,25 e 110,25. Non poco!
autore: Massimo Meneghin